Trino: terminata la prima campagna del monitoraggio ambientale convenzionale - "acque sotterranee"

18 Dicembre 2015

​Sogin ha avviato un programma di monitoraggio ambientale convenzionale in vista delle prossime attività di decommissioning della centrale di Trino, che si aggiunge al preesistente monitoraggio radiologico, in ottemperanza alle prescrizioni del decreto di compatibilità ambientale (VIA).

L’obiettivo del Piano di monitoraggio di tutte le componenti ambientali sotto il profilo convenzionale è quello di svolgere un’azione di controllo ambientale del contesto territoriale interessato dai lavori di decommissioning della centrale, al fine di valutare gli effetti dovuti allo svolgimento delle attività, nonché l’efficacia delle eventuali misure di mitigazione in essere.

In tale ambito Sogin ha effettuato nel settembre di quest’anno la prima campagna di monitoraggio convenzionale della componente “acque sotterranee”, coincidente con la fase ante operam delle attività di decommissioning, per definirne lo stato qualitativo.

Le analisi di laboratorio sui campioni d’acqua di falda hanno evidenziato in alcuni punti valori anomali della concentrazione di metalli, quali alluminio, arsenico, ferro e manganese.

Il superamento di tali limiti, rispetto ai valori massimi stabiliti dalla normativa, è stato riscontrato in 3 piezometri dei 10 monitorati, tutti ubicati a valle idrogeologico dell’impianto.

Nelle more del ricevimento dei certificati ufficiali, al fine di escludere possibili errori di contaminazione della strumentazione di campo e di laboratorio utilizzata, sia in fase di prelievo dei campioni sia durante le misurazioni delle concentrazioni, a fine ottobre è stato effettuato il prelievo di un nuovo campione di acqua nel piezometro che presentava i superamenti dei limiti di legge più significativi. Le analisi effettuate hanno restituito valori di concentrazione dei parametri ricercati confrontabili con quelli emersi nella campagna di settembre.

Vista l’assenza di un evento noto nel perimetro dell’impianto tale da determinare una potenziale sorgente di contaminazione, sulla base dei dati attualmente disponibili è possibile escludere qualsiasi collegamento tra quanto riscontrato in falda e le attività di decommissioning in corso presso la centrale di Trino.

Infatti, in ragione della tipologia della potenziale contaminazione riscontrata, della distribuzione delle concentrazioni misurate anche negli altri piezometri, compresi quelli posizionati per il controllo qualitativo delle acque in ingresso alla centrale, nonché dell’ampia bibliografia scientifica esistente circa la presenza di tali metalli nella valle padana, la genesi di tali elementi può essere ricondotta tanto a cause naturali, quanto a fenomeni di contaminazione di tipo diffuso dovute a cause antropiche, avulse dal processo industriale pregresso ed in corso nella centrale di Trino.

Pertanto, la potenziale contaminazione emersa, che si ribadisce essere di natura convenzionale e non radiologica, verrà definita nel dettaglio nell’ambito della procedura prevista dall’art. 242 del D.Lgs 152/06 ss.mm.ii, mediante la redazione del Piano di Caratterizzazione che sarà condiviso e approvato da tutti gli Enti interessati.

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