Sogin termina a Latina l’estrazione dei fanghi radioattivi

18 Maggio 2022

 

Sogin ha terminato le operazioni di estrazione e condizionamento dei fanghi radioattivi della centrale nucleare di Latina, illustrate oggi alla stampa. Presente all’evento anche il Sindaco di Latina, Damiano Coletta.

L’attività è stata svolta attraverso l’impianto Leco, Latina Estrazione Condizionamento, appositamente progettato e realizzato da Sogin per estrarre e condizionare in matrice cementizia circa 15 metri cubi di fanghi radioattivi che erano stoccati in un serbatoio interrato in acciaio inox.

Questi fanghi erano stati prodotti dai sistemi di trattamento degli effluenti liquidi radioattivi quando la centrale pontina era in esercizio.

Le operazioni di estrazione, trasferimento e condizionamento in matrice cementizia dei fanghi radioattivi, iniziate il 24 novembre scorso e concluse nei tempi programmati, sono state svolte dai tecnici di Sogin in maniera remotizzata attraverso una sala controllo dedicata.

I circa 70 manufatti prodotti dall’attività di estrazione e condizionamento di questi fanghi sono stati trasferiti nel deposito temporaneo della centrale, in vista del loro successivo trasferimento al Deposito Nazionale quando sarà disponibile.

Al termine delle operazioni, l’edificio di estrazione dell’impianto Leco e il serbatoio interrato saranno bonificati e demoliti. L’impianto di condizionamento sarà, invece, utilizzato per condizionare i rifiuti radioattivi che saranno prodotti nella fase due di disattivazione della centrale, che sarà avviata con la disponibilità del Deposito Nazionale, per poi essere anch’esso demolito.

Questa soluzione ingegneristica ha garantito la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e di ridurre al minimo la quantità di rifiuti radioattivi prodotti nel rispetto della strategia di economia circolare di Sogin, senza produrre alcun impatto sull’ambiente.

Complessivamente, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 320 mila tonnellate di materiali. Di queste, saranno inviate a recupero 297 mila tonnellate (il 93%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo.

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