Impianto FN di Bosco Marengo - Nota di aggiornamento 09/11/2020

09 Novembre 2020
Nel mese di maggio 2020, presso l’impianto FN di Bosco Marengo, Sogin ha avviato le attività di indagine relative alla rimozione dei materiali antropici rinvenuti in una porzione di terreno all’interno della cosiddetta “area di rispetto” del Sito.

Tale attività di indagine è stata autorizzata dall’Autorità di Controllo ISIN a dicembre 2019 e comunicata a tutti gli Enti territoriali competenti.

I materiali oggetto di bonifica sono solidi di origine antropica convenzionale, costituiti essenzialmente da plastica, ferro, cemento, legno, fusti petroliferi ecc., presumibilmente interrati nei decenni passati durante le attività industriali produttive dell’impianto FN. Tali materiali, inseriti in big-bag o in cassoni metallici coperti al fine di isolarli dai fenomeni atmosferici, dopo gli opportuni controlli verranno conferiti a discarica ed il terreno rimosso durante gli scavi verrà riutilizzato per riportare l’area al livello del piano di calpestio.

Nel mese di giugno, durante i lavori di scavo connessi alle indagini, è stata riscontrata, ad una profondità di circa 1,5 metri, una porzione di terreno, dell’ordine di qualche chilogrammo, con una leggera anomalia radiometrica riconducibile, da campionamenti e misure effettuate, al radionuclide Cesio-137.

Tale ritrovamento, è stato immediatamente notificato all’Autorità di controllo ISIN, all’ARPA Piemonte ed al Comune di Bosco Marengo e si è provveduto a darne notizia pubblica con apposita nota stampa del 12 giugno 2020. Sono state, quindi, sospese le attività ed avviati tutti gli approfondimenti necessari a definire origine ed estensione dell’area interessata. Tali approfondimenti sono stati eseguiti a luglio 2020 in contraddittorio con ARPA Piemonte.

I risultati delle indagini eseguite hanno evidenziato che l’anomalia è circoscritta nel solo punto di ritrovamento. Nelle aree immediatamente limitrofe i valori di Cs-137 sono, infatti, confrontabili con il fondo ambientale.

La presenza di Cs-137 si può ricondurre al fall-out di Chernobyl, presumibilmente concentratasi in quel punto a causa del seppellimento di vegetazione prodotta dalla manutenzione delle aree verdi dell’Impianto, eseguita successivamente all’evento di Chernobyl. Tale ipotesi risulta, infatti, compatibile con i valori di ricaduta radioattiva al suolo di Cs-137 riscontrata all’epoca nella provincia di Alessandria. Quanto sopra conferma l’estraneità del rinvenimento di Cs-137 rispetto alle attività dell’Impianto.

Per quanto concerne il completamento della disattivazione dell’Impianto FN di Bosco Marengo, le attività sono sospese da giugno 2019 in quanto, durante le procedure di caratterizzazione dei rifiuti radioattivi finalizzate al loro successivo trattamento, sono stati riscontrati in 11 fusti di rifiuti liquidi, custoditi in sicurezza all’interno del Sito di Bosco Marengo sin dagli anni ’90, alcuni radionuclidi non caratteristici delle attività industriali dell’Impianto.

A seguito di tale riscontro, sono state effettuate da Sogin tutte le misure e gli approfondimenti richiesti dall’Autorità di controllo i cui esiti hanno consentito di circoscrivere tali radionuclidi ai soli rifiuti liquidi contenuti negli 11 fusti e di escluderne la presenza sia in altre strutture e rifiuti dell’Impianto, sia negli effluenti liquidi ed aeriformi del Sito.

È in corso l’istruttoria con l’Autorità di controllo ISIN per la ripresa delle attività di disattivazione e per il successivo trattamento di tali rifiuti liquidi ai fini della loro messa in sicurezza e idoneità all’invio al futuro Deposito Nazionale.
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